SEX EDUCATION

Il coniglio nel cilindro

 

Ho visto “Sex Education”. Una serie sorprendente.

“Sex Education” è una serie del 2019, originale Netflix, diretta da Kate Herron e da Ben Taylor. Quella che può sembrare una stupida serie prodotta semplicemente per fare qualcosa di nuovo, è in realtà una delle realizzazioni più interessanti che ho visto recentemente. La serie presenta una squadra composta da diversi personaggi principali, capitanati dal protagonista Otis Milburn (interpretato da Asa Butterfield). Gli altri personaggi di rilievo sono: la madre di Otis, la dottoressa Jean Milburn (Gillian Anderson); l’amico gay Eric (Ncuti Gatwa); l’originale e stravagante Maeve Wiley (Emma Mackey) della quale il protagonista è innamorato; il figlio del preside e bullo Adam Groff (Connor Swindells) e il giovane prodigio del nuoto Jackson Marchetti (Kedar Williams-Stirling).

In sintesi, la storia parla di Otis, ragazzo timido e vittima di bullismo a scuola, figlio di una terapeuta sessuale. Otis tende a rimanere nell’ombra insieme all’amico Eric, coppia che simboleggia i classici emarginati della scuola, personaggi onnipresenti nelle proiezioni che trattano dell’ambiente scolastico. Le sedute della madre permettono al figlio di avere una conoscenza inusuale dell’argomento sessuale, conoscenza che rende il ragazzo un bizzarro consigliere dei suoi coetanei. Nasce così la “clinica” gestita da Otis e Maeve, ragazza strana che ha avuto la sfortuna di nascere in una pessima famiglia e fin da subito ha dovuto imparare a tirare avanti da sola. Maeve è la cotta d’amore di Otis, che non riesce a dichiararsi e approfitta dell’attività della clinica per vederla ed essere suo amico.

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La grande qualità di “Sex Education” è la capacità di mostrare un’incredibile varietà di scenari verosimili in modo tremendamente realistico. Tutti i personaggi principali, per quanto possano sembrare strani o stupidi in alcune decisioni, a mio parere, non possono essere tanto antipatici al pubblico: ogni persona vive una situazione che può effettivamente riscontrarsi nelle scelte, nei percorsi e in tutto ciò che accade proseguendo con gli episodi. Le tematiche che inizialmente possono sembrare unicamente legate all’aspetto pornografico della serie tv sono in realtà molteplici: il rapporto genitori-figli, l’omosessualità, la difficoltà ad approcciarsi con gli altri, il periodo dell’adolescenza e tutto ciò che comporta, il bullismo, l’emarginazione sociale e la tolleranza. Senza dimenticare ovviamente, la vita sotto le lenzuola.

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Tutto ciò che c’è di spiacevole nella vita adolescenziale (e non) compone la polpa di questa produzione Netflix, mentre il guscio è costituito da una vicenda e da una narrazione che risulta essere divertente, consegnandoti quella componente piccante che rende più scorrevole e leggera la visione.

Tecnicamente parlando invece, si può solo commentare bene la regia e la fotografia: ogni episodio viene realizzato con grande cura dei dettagli, le inquadrature sono eccellenti e gli attori sono molto bravi nel proprio ruolo.

Sono rimasto incredibilmente stupito da questa serie, tanto che non mi aspettavo di finire la prima stagione in tempi così brevi. La serietà nascosta della sceneggiatura è stata una piacevole ed inaspettata sorpresa, il che ha contribuito in modo più che positivo nella valutazione complessiva. Di conseguenza, ne consiglio assolutamente la visione e spero che abbia lo stesso effetto che ha avuto su di me, sul resto del pubblico.

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